Ci sono giorni in cui la storia spariglia le carte. Il piano era pronto, le idee chiare, si trattava solo di partire a scrivere. Poi è arrivata la notizia di Giulia Cecchettin e tutto quello che era nella testa è andato a gambe all’aria. Un’altra donna, l’ennesima, uccisa per mano di un uomo che di fronte a un rifiuto ha scelto di porre fine alla vita di chi non poteva possedere.
Servirebbe una luce, anche se piccola e flebile, da cui ripartire. Per fortuna a volte succede che la vita ascolti. La luce arriva da un uomo, il padre di Giulia, e dalle parole che è stato capace di pronunciare: “Ragazze denunciate, per non essere qui a celebrare di nuovo un altro femminicidio. Denunciate se una relazione non funziona come dovrebbe, comunicatelo agli altri, solo così avrete salva la vita. […] purtroppo per me il tempo è al passato, ora facciamo qualcosa per chi può essere ancora salvato“.
Se un padre, che ha appena perso una figlia in modo violento, è in grado di lanciare questo messaggio, allora parlare di speranza è ancora possibile. Ricordare che ci sono donne che sono riuscite a salvarsi, perché hanno trovato la forza di chiedere aiuto e di denunciare ha di nuovo senso.
Come ha senso continuare a sensibilizzare le persone facendo cultura in ogni ambito della società, anche coinvolgendole in iniziative come Angels in Run, l’evento a scopo benefico che ogni anno, grazie alla partecipazione attiva di tanti cittadini, raccoglie fondi per sostenere progetti concreti dedicati a donne in uscita dalla violenza.
In 7 edizioni Angels in Run ha raccolto oltre 24.000 Euro, tutti destinati a supporto di piani specifici, selezionati con molta attenzione. Nel 2023 la donazione è servita ad acquistare i mobili per arredare due appartamenti in cui Sara e Giusi (nomi di fantasia ndr) hanno appena iniziato una nuova vita.
Sara oggi ha 30 anni. Nel 2020 è stata accolta nella Casa rifugio della Protezione della Giovane di Verona con i suoi due bambini. Una decisione difficile ma necessaria, presa dopo anni di gravi maltrattamenti subiti dal padre dei suoi figli. Violenze alle quali Sara ha cercato di reagire, senza però riuscire a staccarsi dall’uomo, senza riuscire a denunciarlo. Priva di un lavoro regolare, di una famiglia che la supportasse e quindi di mezzi di sostentamento, Sara si sentiva impotente. Il punto di non ritorno è arrivato quando l’uomo ha iniziato a minacciare anche i bambini.
Così, una mattina, Sara si è fatta coraggio, è uscita di casa coi figli e non è più tornata indietro. Dopo essersi rivolta alle forze dell’ordine per chiedere aiuto, Sara e i suoi piccoli hanno trovato un luogo sicuro in cui vivere. In quasi 3 anni di permanenza, la giovane donna ha man mano ripreso consapevolezza di sé e delle proprie capacità e a maggio è riuscita a trovare un lavoro stabile. Aver raggiunto un’autonomia economica e non dover dipendere da altri le ha permesso di fare domanda per un alloggio comunale, dove ora finalmente vive coi suoi bambini.
La storia di Giusy, 26 anni, inizia quando lei non è ancora adolescente. A soli 12 anni viene accolta in una comunità per minori a causa dei maltrattamenti subiti dal padre, a cui la madre, debole, non riesce a ribellarsi. Una volta compiuti 18 anni, Giusy torna a vivere con lei, sperando che le ferite del passato possano essere sanate. Il padre nel frattempo ha lasciato la donna per rifarsi una vita con un’altra. La convivenza con la mamma è da subito conflittuale e la ragazza capisce che deve di nuovo allontanarsi.
Passa un po’ di tempo e Giusy conosce un ragazzo di cui s’innamora. Le cose sembrano andare bene, i due vogliono costruirsi una famiglia e, infatti, in breve tempo arrivano due bambine. Ma la serenità dura poco. L’uomo inizia ad avere comportamenti violenti, non provvede ai bisogni della famiglia, abusa di alcool. Le sue assenze da casa si fanno sempre più lunghe, a volte passano intere settimane senza che lui si faccia vedere e sentire. Giusy capisce che deve agire. Non riuscendo a provvedere né a sé, né alle sue bambine, decide di rivolgersi ai Servizi Sociali.
Nel 2020 tutte e tre vengono accolte nella Casa rifugio della Protezione della Giovane. Nonostante la giovane età, Giusy dimostra fin da subito di avere una grande determinazione. Vuole diventare autonoma e mettersi in gioco, determinata a farcela. Inizia così un percorso di formazione, che si trasforma in uno stage e infine in un lavoro vero. Lo scorso maggio arriva una bella notizia: l’assegnazione di una casa AGEC per lei e le sue bimbe.
L’amore vero non umilia, non delude, non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore
Gino Cecchettin Tweet
Sara e Giusy confermano le parole del padre di Giulia. Se senti che la storia che stai vivendo è sbagliata, se temi il tuo compagno e non ti senti al sicuro, se il tuo ex non ti dà tregua, non aspettare. Dentro di te sai, devi solo ascoltare quella voce. Denuncia, chiedi aiuto, parlane con chi ti è vicino senza vergogna e se non hai nessuno con cui parlare rivolgiti alle forze dell’ordine, al parroco del paese, ai servizi sociali. È vero, non sempre le cose vanno per il verso giusto, ma se c’è anche solo una piccola speranza, vale la pena tentare.
Qui fuori siamo in tanti a voler dare una mano. Non abbiamo le competenze per farlo in prima persona, ma partecipando a manifestazioni come Angels in Run, sappiamo con certezza che ogni singolo euro donato sarà speso solo in iniziative concrete, come l’acquisto di mobili per dare una nuova casa a Sara e Giusy.
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